La mano di Nergal

e la morte del primogenito

 

Il racconto del re di Cipro

Quello che ci arriva direttamente dagli archivi di Tell el Amarna, è un documento che ci incuriosisce molto, e che racconta della pestilenza che si ebbe ai tempi di Amenhotep IV, nel regno vassallo di Cipro, in particolare il re di Cipro giustifica il fatto di non poter mandare del rame al suo re (Akhenaton) perché la mando di Nergal (divinità babilonese della morte) si era abbattuta su Cipro e tutti i lavoratori delle miniere di rame erano deceduti.
 

"Al Re d'Egitto, il mio fratello, di così (parla) il re di Alašiya , tuo fratello . Io sto bene; la mia casa, mia moglie, i miei figli, i miei Grandi, i miei cavalli, i miei carri, e nel mio paese, tutto va molto bene. A mio fratello
salute! Alla tua casa, a tua moglie, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, e nella tua terra, tanta salute. Ecco che il mio messaggero ho mandato in Egitto, presso di te, assieme al tuo messaggero. Quanto al fatto che ti ho mandato solo 500 sicli di rame, l'ho fatto portare come dono per mio fratello.  Fratello mio, che il rame sia poco, non prendertela a cuore. Davvero nella mia terra la mano di Nergal, mio signore ha ucciso tutti gli uomini del mio paese, e non c'è un (singolo)  lavoratore che estragga il rame.  [...]"

Si ma che tipo di divinità era Nergal? Si tratta di una divinità dell'oltretomba babilonese, giunta fino a noi tramite i resoconti presenti sia a Tell el Amarna che per altri frammenti di racconti trovati ad Uruk (Iraq). 

Nergal, nella religione mesopotamica, dio secondario del pantheon sumero-accadico. Fu identificato con Irra, il dio della terra bruciata e della guerra, e con Meslamtaea, Colui che viene da Meslam. Cuthah (moderno Tall Ibrāhīm) era il centro principale del suo culto. In seguito pensò che fosse una "fiamma distruttrice" e aveva l'epiteto sharrapu ("bruciatore"). I documenti assiri del 1 ° millennio a.C. lo descrivono come un benefattore di uomini, che ascolta le preghiere, riporta in vita i morti e protegge l'agricoltura e le greggi. Gli inni lo descrivono come un dio di pestilenza, fame e devastazione.
L'altra sfera del potere di Nergal era il mondo sotterraneo, di cui divenne re. Secondo un testo, Nergal, scortato dai demoni, discese negli inferi dove la dea Ereshkigal (o Allatum) era regina. Minacciò di tagliarle la testa, ma lei si salvò diventando sua moglie, e Nergal ottenne la regalità sugli inferi.
Nergal non figurava in modo prominente nelle epopee e nei miti, sebbene avesse una parte nell'epica di Gilgamesh e nella storia del Diluvio. Il culto di Nergal era molto diffuso oltre i confini di Sumer e Akkad, dove apparve per la prima volta. Aveva un santuario a Mari (moderno Tell al-Ḥarīrī), sull'Eufrate. È nominato nelle iscrizioni dei re assiri e le prove del suo culto si trovano a Canaan e ad Atene.

da: Enciclopedia Britannica

L'Esodo e pestilenza di Cipro

La domanda a questo punto sorge spontanea: che nesso c'è tra la pestilenza di Cipro e l'Esodo descritto nella Bibbia?
Prima di rispondere a questa domanda è opportuno ascoltare la dichiarazione fatta da Barry Kemp su quanto accaduto alla gioventù Amarniana

 

la testimonianza di Barry Kemp sulla morte dei giovani a Tell el-Amarna

Oltre al supporto fornito dalle ricerche dal team di Barry Kemp, c'è da aggiungere la morte del primogenito di Amenhotep III, il giovane principe Tothmosis, che sarebbe dovuto succedere al padre ma, venendo a mancare in giovanissima età, spianò la strada al fratello, il futuro Amenhotep IV - AkhenAton.
Il nesso tra pestilenza di Cipro (la mano di Nergal), e la morte del primogenito di Amenhotep III, è similare alla potente mano di Dio che sterminò i primogeniti egizi, compreso quello del faraone. Ci sarebbe comunque una discrepanza di tempi, essendo la lettera successiva alla morte del principe Tothmosis, ma è bene qui ricordare che già ai tempi delle prime pietre poste ad Amarna, anche Amenhotep III aveva partecipato allo spostamento della capitale, probabilmente già era iniziato quel processo che avrebbe portato la scissione dal clero tebano.
Il ricordo di questa tragedia, potrebbe essere sopravvissuto ed inserito nel racconto dell'Esodo, come monito; utilizzo ovviamente il condizionale, essendo questa una teoria da dimostrare.


La morte della primogenitura

A questo episodio di pandemia, si riallaccia probabilmente il racconto della morte delle primogenitura.
Come appreso dai ricercatori che svolgono le indagini sul sito di Tell el-Amarna, molti dei corpi dei giovani seppelliti nel cimitero, sono morti probabilmente per una epidemia.
L'epidemia si espanse probabilmente fino in Egitto, ed il cimitero di Tell el-Amarna ne risulta essere uno dei capitoli più tristi; è anche vero che non possiamo sapere se i corpi dei giovani ritrovati nel cimitero egizio siano corpi di primogeniti, ma quello che è sicuramente certo è che il primogenito di Amenhotep III morì in giovane età, lasciando quindi il trono al futuro Akhenaton.

Esodo 11:4
Mosè riferì: «Dice il Signore: Verso la metà della notte io uscirò attraverso l'Egitto: 5 morirà ogni primogenito nel paese di Egitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito della schiava che sta dietro la mola, e ogni primogenito del bestiame. 6 Un grande grido si alzerà in tutto il paese di Egitto, quale non vi fu mai e quale non si ripeterà mai più. 7 Ma contro tutti gli Israeliti neppure un cane punterà la lingua, né contro uomini, né contro bestie, perché sappiate che il Signore fa distinzione tra l'Egitto e Israele.

Oltre al già citato episodio relativo alla morte del giovane principe Tothmosis, c'è da ricordare che esisteva sin da tempi precedenti al periodo amarniano, un racconto molto in voga in epoca faraonica, ed è quello della morte della primogenitura che colpì Biblos, ad opera della potente mano di Iside.

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