Sekhmet - L'ossessione del Faraone

 

Egitto 2017 - Ritrovamento di una statua di Sekhmet nel tempio funerario di Amenhotep III (Luxor).

Uno degli aspetti più "curiosi" di questa vicenda, legata al nome di Amenhotep III, è senza dubbio la sua ossessione per il culto di Sekhmet. Non meno di 600 statue sono state attribuite al periodo in cui egli regnò; un numero decisamente esagerato di immagini che riproducevano l'immagine della Dea. Ma a quale scopo?

Le ipotesi che si sono avanzate nel corso degli anni sono diverse e tutte altrettanto valide:

  • la devozione del Faraone per questa divinità
  • l'associazione di questa divinità al culto della madre Mutemwia
  • per una sorta di protezione dalla guerra (essendo questa una divinità bellica)
Ma Sekhmet oltre ad essere una divinità legata al culto della guerra, è anche una divinità legata alla medicina. Da questo aspetto nascono una serie di ipotesi la cui più interessante risulta essere legata a due fatti accaduti durante il periodo di reggenza di Amenhotep III:
Di certo un numero così elevato di statue legate a Sekhmet non passa inosservato, evidentemente Amenhotep III aveva la necessità di ingraziarsi la divinità per qualcosa che egli vedeva di pericoloso (che sia una minaccia bellica o una pestilenza). Il fatto che poi egli stesso sia legato allo spostamento della capitale da Tebe ad Amarna, fa ipotizzare alcuni ricercatori che lo spostamento del potere centrale avesse una duplice valenza, ovvero quello di scissione dal clero Tebano e quello di allontanarsi da un pericolo che evidentemente era molto vicino, una pestilenza per l'appunto, che comunque avrebbe seguito la corte proprio fino ad Amarna, dove come abbiamo visto nell'articolo relativo alla "mano di Nergal" ha fatto supporre al team di Barry Kemp che la gioventù amarniana sia stata colpita, in modo selettivo, da una pestilenza.
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