Yethro - un suocero importante

 

Giunto nella zona di Madian (città localizzata nel golfo d'Aqaba), Mosè si imbatte in un gruppo di pastori che avanzano prepotenze a delle donne, tra cui figura quella che poi diverrà la sua futura moglie: Zippora ( o Sefora). Liberate le donne dalle prepotenze dei pastori, queste portano Mosè dall'uomo che risulta essere "il sacerdote di Madian", ovvero il padre di Zippora: Yethro. 

Stranamente il testo biblico menziona il suocero con due nomi diversi: Yetrho o Rauel (Raguel) senza darne una spiegazione, si potrà infatti trovare la traduzione del passo di Esodo 2:16 sia con il nome di Yethro che con il nome di Rauel.

Esodo 2:16

16 Ora il sacerdote di Madian aveva sette figlie. Esse vennero ad attingere acqua per riempire gli abbeveratoi e far bere il gregge del padre. 17 Ma arrivarono alcuni pastori e le scacciarono. Allora Mosè si levò a difenderle e fece bere il loro bestiame. 18 Tornate dal loro padre Reuel, questi disse loro: «Perché oggi avete fatto ritorno così in fretta?». 19 Risposero: «Un Egiziano ci ha liberate dalle mani dei pastori; è stato lui che ha attinto per noi e ha dato da bere al gregge». 20 Quegli disse alle figlie: «Dov'è? Perché avete lasciato là quell'uomo? Chiamatelo a mangiare il nostro cibo!». 21 Così Mosè accettò di abitare con quell'uomo, che gli diede in moglie la propria figlia Zippora. 22 Ella gli partorì un figlio ed egli lo chiamò Gherson, perché diceva: «Sono un emigrato in terra straniera!».

Esodo 3:1

Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb.

L'archivio di Tell el-Amarna

 

L'archivio rinvenuto a Tell el-Amarna, l'ormai famosissima città fondata da Amenhotep IV, con il probabile coinvolgimento di suo padre Amenhotep III, è ricco di informazioni: scambi commerciali, informazioni sugli stati vassalli, lettere di omaggio al re e molto altro ancora.
Di solito si distinguono due tipi di filoni: le lettere dei grandi Re e le lettere dei piccoli Re; la differenza sta sul rapporto di chi scrive la lettera, nei confronti del faraone, ovvero se vi è un rapporto di pari grado (ad esempio: al re mio fratello...) o di sottomissione (ad esempio: al mio re...).
La lettera che può in qualche modo interessarci è la LA1 [EA296] il cui mittente è un certo Yathiri.

Così riporta Mario Liverani nella sua traduzione:
Yathiri al Faraone. Risposta ad una sollecitazione faraonica a prestare assistenza ad un contingente armato di imminente arrivo


Al re mio signore, mio dio, mio Sole, di: messaggio di Yathiri tuo servo, terreno dei tuoi piedi. Ai piedi del mio signore, mio dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Inoltre, guarda: io sono servo fedele del re mio signore. Ho guardato di qua, ho guardato di là, e non risplendeva. Ho guardato verso il re mio signore e risplendeva! Un mattone può smuoversi da sotto i suoi simili; ma io non mi smuovo da sotto i piedi del re mio signore. Chieda il re mio signore a Yanhamu, suo commissario, che quando ero piccolo mi fece entrare in Egitto, e ho servito il mio re mio signore, e sono stato alla porta urbica del re mio signore. Chieda il re mio signore al suo commissario, se io adesso proteggo la porta di Gaza e la porta di Giaffa. Io, con le truppe (egiziane) del re mio signore, fino a dove andranno, anch'io andrò. Ecco, adesso io ho posto il fronte del giogo del re mio signore sul mio collo, e lo porto.

L'assonanza fonetica tra Yethro e Yathiri ha fatto sospettare che si trattasse dello stesso personaggio citato nella Bibbia; vero o meno, al momento è impossibile indicare se siano la stessa persona, il fatto curioso è che anche per questo caso, viene citato un nome del tutto simile sempre nell'ambito della famiglia di Amenhotep III e suo figlio.

Il libro dell'Esodo cita Ietro nell'ambito della zona di Madian, e ci informa trattarsi di un sacerdote del posto, sicuramente molto influente a Mosè, da esserne un suo consigliere, come citato in Esodo 18:

18 Ietro, sacerdote di Madian, suocero di Mosè, venne a sapere quanto Dio aveva operato per Mosè e per Israele, suo popolo, come il Signore aveva fatto uscire Israele dall'Egitto. 2 Allora Ietro prese con sé Zippora, moglie di Mosè, che prima egli aveva rimandata, 3 e insieme i due figli di lei, uno dei quali si chiamava Gherson, perché egli aveva detto: «Sono un emigrato in terra straniera», 4 e l'altro si chiamava Eliezer, perché «Il Dio di mio padre è venuto in mio aiuto e mi ha liberato dalla spada del faraone». 5 Ietro dunque, suocero di Mosè, con i figli e la moglie di lui venne da Mosè nel deserto, dove era accampato, presso la montagna di Dio. 6 Egli fece dire a Mosè: «Sono io, Ietro, tuo suocero, che vengo da te con tua moglie e i suoi due figli!». 7 Mosè andò incontro al suocero, si prostrò davanti a lui e lo baciò; poi si informarono l'uno della salute dell'altro ed entrarono sotto la tenda. 8 Mosè raccontò al suocero quanto il Signore aveva fatto al faraone e agli Egiziani per Israele, tutte le difficoltà loro capitate durante il viaggio, dalle quali il Signore li aveva liberati. 9 Ietro gioì di tutti i benefici che il Signore aveva fatti a Israele, quando lo aveva liberato dalla mano degli Egiziani. 10 Disse Ietro: «Benedetto sia il Signore, che vi ha liberati dalla mano degli Egiziani e dalla mano del faraone: egli ha strappato questo popolo dalla mano dell'Egitto! 11 Ora io so che il Signore è più grande di tutti gli dei, poiché egli ha operato contro gli Egiziani con quelle stesse cose di cui essi si vantavano». 12 Poi Ietro, suocero di Mosè, offrì un olocausto e sacrifici a Dio. Vennero Aronne e tutti gli anziani d'Israele e fecero un banchetto con il suocero di Mosè davanti a Dio.

Istituzione dei giudici

13 Il giorno dopo Mosè sedette a render giustizia al popolo e il popolo si trattenne presso Mosè dalla mattina fino alla sera. 14 Allora Ietro, visto quanto faceva per il popolo, gli disse: «Che cos'è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo, mentre il popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?». 15 Mosè rispose al suocero: «Perché il popolo viene da me per consultare Dio. 16 Quando hanno qualche questione, vengono da me e io giudico le vertenze tra l'uno e l'altro e faccio conoscere i decreti di Dio e le sue leggi». 17 Il suocero di Mosè gli disse: «Non va bene quello che fai! 18 Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il compito è troppo pesante per te; tu non puoi attendervi da solo. 19 Ora ascoltami: ti voglio dare un consiglio e Dio sia con te! Tu stà davanti a Dio in nome del popolo e presenta le questioni a Dio. 20 A loro spiegherai i decreti e le leggi; indicherai loro la via per la quale devono camminare e le opere che devono compiere. 21 Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini integri che temono Dio, uomini retti che odiano la venalità e li costituirai sopra di loro come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. 22 Essi dovranno giudicare il popolo in ogni circostanza; quando vi sarà una questione importante, la sottoporranno a te, mentre essi giudicheranno ogni affare minore. Così ti alleggerirai il peso ed essi lo porteranno con te. 23 Se tu fai questa cosa e se Dio te la comanda, potrai resistere e anche questo popolo arriverà in pace alla sua mèta».

24 Mosè ascoltò la voce del suocero e fece quanto gli aveva suggerito. 25 Mosè dunque scelse uomini capaci in tutto Israele e li costituì alla testa del popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. 26 Essi giudicavano il popolo in ogni circostanza: quando avevano affari difficili li sottoponevano a Mosè, ma giudicavano essi stessi tutti gli affari minori. 27 Poi Mosè congedò il suocero, il quale tornò al suo paese.

Da Enciclopedia Britannica


 

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